Per comprendere i disturbi neurodegenerativi ed i sintomi nelle sindromi di demenza, continuiamo l’esplorazione della base neurologica del nostro cervello.
Questo è un organo sofisticato, possiamo considerarlo una macchina molto specializzata dedicata ad elaborare tutti quei comportamenti necessari alla sopravvivenza ed alla riproduzione degli individui stessi, pensiamo alle funzioni vegetative o alle funzioni cognitive. Sede dell’aspetto, delicato e complesso da esplorare, della coscienza. L’aspetto che rende così unica ed irripetibile una persona.
IL CERVELLO
I’encefalo si divide in maniera simmetrica tra emisfero destro e sinistro. Negli emisferi si distinguono diversi lobi cerebrali: frontale, parietale, temporale e occipitale. I differenti lobi sono specializzati nell’elaborazione di diversi tipi di informazione:
- i lobi frontali elaborano il linguaggio e le parti volontarie del comportamento, svolgono il lavoro più fine e articolato. Vedi “i sintomi nelle demenze”,
- mentre, i lobi parietali conservano le conoscenze semantiche che ciascuno di noi ha formato interagendo con il mondo (memoria associativa, anche se non si trova solo qui),
- ed i lobi temporali permettono l’elaborazione degli stimoli acustici oltre contenere tracce mnemoniche,
- infine, i lobi occipitali si occupano dell’elaborazione degli stimoli visivi.
Lobi temporali e occipitali intervengono tutte le volte che ci misuriamo con la percezione.
IL CERVELLETTO
Sotto il lobo occipitale si trova un’altra struttura: il cervelletto. Le si riconosce il ruolo nel controllo motorio, è importante per le funzioni emotive e collabora in altre funzioni cognitive.
In questa macchina specializzata le informazioni vengono elaborate e veicolate in altre aree, anche molto lontano nel corpo. Tali stimoli producono a loro volta una risposta o l’inizio di una ulteriore elaborazione che daranno vita ad altre azioni comunicate ad altre aree del cervello o in altri distretti corporei come organi o muscoli.
CIRCUITI COME IN UN NETWORK
Mano a mano che il compito diviene più complesso, perchè sia eseguito, le funzioni interessano diverse aree connesse tra loro. Ad esempio nel caso delle prassie (in neurologia si definisce prassia la capacità di compiere correttamente gesti coordinati e diretti a un determinato fine), le areee coinvolte riguardano la corteccia frontale e parietale.
Per le persone con demenza elaborare correttamente il compito richiesto può essere impossibile perchè il circuito è difettoso. Comprendere come funzioniamo ci permette di individuare i passaggi mancanti nella loro elaborazione cognitiva. Questa comprensione può permetterci di capire come il nostro caro percepisce il mondo, dove nasce la “distorsione”, e aiutarlo a correggere il più possibile la sua comprensione e le sue strategie per adattarvisi.
E’importante che il percorso di stimolazione delle funzioni cognitive e le attività in cui sarà coinvolto lo faccia sentire:
- compreso
- considerato persona
che sia socializzante e gli restituisca il piacere dello stare insieme, della relazione con l’atro.
ATTEGGIAMENTI DI GRADIMENTO NELLE DEMENZE
Anche in soggetti fortemente deteriorati, si possono osservare atteggiamenti che sono indice di gradimento:
- adesione all’invito;
- diminuzione di comportamenti di agitazione psicomotoria;
- attenzione a ciò che accade intorno;
- produzione di risposte sia pur parziali od occasionali;
- tendenza al sorriso e distensione del volto;
- assenza di meccanismi di frustrazione derivanti dal confronto con le prestazioni migliori degl’altri;
- dichiarazione di soddisfazione al momento del commiato.
Viceversa, possiamo anche osservare atteggiamenti indici di demotivazione:
- distogliere lo sguardo dal compito;
- alzarsi dal tavolo di lavoro;
- chiedere di interrompere o interrompere l’attività;
- interferire con il lavoro dei compagni del gruppo;
- agire comportamenti aggressivi o autolesionisti;
- non reagire ad alcuna stimolazione.
PROGETTARE L’INTERVENTO DI TRAINING
Per un operatore della stimolazione cognitiva è necessario progettare:
- obiettivi da raggiungere, modellati sugli interessi e sul benessere della persona;
- stimoli ed il sostegno sulle funzioni residue;
- proposte sulla stagionalità, coinvolgendo anche l’ambiente.
Tutto questo, permette di costruire un percorso piacevole e interessante per la persona, i benefici acquisiti durante gli incontri si ripercuotono sull’umore della giornata.
Importante anche ottenere il coinvolgimento dei familiari nel proporre a casa alcuni esercizi al proprio caro (15 min. al giorno).
CAREGIVER, CHI SI PRENDE CURA
Egualmente importante è la saluute e il benessere del familiare cargiver, soggetto più esposto a sentimenti di frustrazione e depressione per il progredire della malattia, fondamentale offrire il supporto che gli permetta di accrescere le competenze relazionali, comportamentali e gestionali della persona malata.
Bibliografia:
- la riabilitazione nella demenza grave, Marina Boccardi Ed. Erickson
- Alzheimer e riabilitazione cognitiva, Luciana Quaia Ed. Carocci Faber
SOS PARLIAMO ON LINE
Quello che mi capita spesso di vedere è la frustrazione e l’isolamento vissuto dai familiari delle persone con demenza. Un isolamento che li annienta ed immobilizza, compromette ed accellera il decorso della malattia,
Ricevere la diagnosi di demenza o affrontare il cambiamento che questo comporta nella vita e nella famiglia porta ad una grande confusione. Puoi vivere momenti di vero sconforto, aver bisogno di un confronto e suggerimenti.
Ti propongo di sentirci in videochiamata on line (utilizzando Skype oppure Facebook), per la consulenza sul tuo caso, la consultazione on line non si sotituisce al parere del tuo medico specialista, ma valutiamo insieme come fare chiarezza sulla tua situazione e quali risorse puoi mettere in campo per migliorarla.
Io ci sarò, a te basterà prenotare un’ora on line. Scrivimi qui indicando in oggetto: SOS PARLIAMO ON LINE ti arriveranno tutte le informazioni per fissarci un incontro.