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Posta Alzheimer: Mangiando bombe calde

 

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IL METODO GENTLECARE

Il metodo Gentlecare permette di adottare una strategia per gestire la persona con demenza ed i suoi bisogni, prestando molta attenzione all’espressione non sempre comprensibile di essi.

LA VOSTRA TESTIMONIANZA

Ho conosciuto Nadia e Lina in Estate. Nadia molto preoccupata mi ha scritto una mattina d’Agosto, il caldo, le allucinazioni ed i deliri di Lina la stavano “esaurendo”. Lina è affetta da Alzheimer, diagnosticato da 5 anni. E’caduta battendo la testa e sono iniziati i deliri.

Parlando con Nadia riesco ad avere qualche informazione in più. Le sorelle non sono mai state sposate, vivono insieme nella casa di famiglia. Lina ha lavorato in ufficio, come segretaria per molti anni. Andata in pensione ha cominciato a dimenticare le cose, perdersi sempre più spesso nel suo quartiere. I primi tempi Nadia non se n’era accorta, Lina rientrava più tardi, ma sforzandosi ritrovava da sola la via di casa, poi un giorno si è perduta.

Nadia ha dovuto sostituire Lina in tutte le cose importanti della sua vita e prendersi cura di lei.

IL PERCORSO DI DIAGNOSI

Affinchè si potesse curare si sono rivolte al medico di base che le ha orientate verso il Centro per i Disturbi Cognitivi e le Demenze (CDCD) della loro zona.

INTERAZIONI TRA FARMACI

Nel suo caso i benefici dei farmaci utilizzati hanno dato lievi benefici i primi mesi scomparendo nel corso dell’anno e mezzo successivo. In aggiunta a questo Lina è anche diabetica e la gestione delle due malattie è complicata, a volte si rifiuta di mangiare adducendo di non aver fame, quando in realtà fa incetta di dolci che divora letteralmente causando scompensi glicemici.

L’AMBIENTE DI VITA

Cambiando tema, la loro casa è piena zeppa di mobili antichi, quadri, specchi, centrini, vassoi e vasi, tappeti e poltrone e poltroncine. In cucina sono presenti scatole e scatolette per contenere “cose”. Il bagno è occupato da scope e secchi per le pulizie, nelle camere da letto ci sono tanti bauli e tappeti.

Le due anziane sorelle vivono ancora da sole. A causa di questo Nadia si occupa di tutto, conseguentemente si lamenta, Lina non è più in grado di aiutarla. “Passa la giornata tra il divano e la sua camera e svuota gli armadi e i cassetti per mettere tutti gli abiti nei bauli: perché lei deve partire con la mamma”.

I QUESTIONARI LA NOSTRA MAPPA PER ORIENTARCI

D’accordo con Nadia le condivido tre questionari valutativi, da restituire compilati.

Possiamo così valutare dalle sue osservazioni che:

  • La mattina è sonnolenta, fatica ad alzarsi;
  • nelle ore pomeridiane è più attiva, ma presenta un’agitazione che diventa maggiore verso sera;
  • mostra ricorrente agitazione quando le viene proposto di uscire;
  • dopo i pasti ha molta fame, non ricorda di aver mangiato.

1° livello di Valutazione che i Cargivers possono fare delle competenze del loro caro:

  • se coinvolta e stimolata, Lina sa ricamare ancora bene e fare dei rammendi;
  • quando finisce il filo del ricamo si distrae e smette il lavoro che stava facendo;
  • meticolosamente ed infinitamente, mette in ordine i fili;
  • non riesce a rimettere il filo nell’ago;
  • Lina porta gli occhiali, ma spesso dimentica dove li ha messi;
  • riesce molto bene all’inizio del lavoro, poi i punti diventano meno precisi e lei si distrae;
  • quando è calma riesce meglio.

2° livello di Valutazione, fa uso di due tecniche che consentono di organizzare le informazioni che possiamo ottenere dall’osservazione diretta della persona:

  • la tecnica dello “stress profile”:
    • Lina si agita molto se le chiediamo all’improvviso di uscire. Cerchiamo di condividere con Nadia la buona abitudine di programmare e condividere con Lina le attività da fare fuori casa, ricordandole che avevamo stabilito l’uscita imminente il giorno prima, lo scriviamo grande sul calendario.
    • Successivamente si agita quando arriva nell’ingresso in prossimità della porta dove nel pavimento le piastrelle policrome formano un ampio disegno. Così stabiliamo di incollare sulle piastrelle una lamina monocroma di pvc calpestabile che renda più uniforme il pavimento altrimenti percepito erroneamente da Lina come un buco nel pavimento.
    • La mattina Lina è più sonnolenta. Stabiliamo con Nadia di coinvolgere Lina in piccoli lavori domestici o in alcune fasi della preparazione del pranzo, come lavare e tagliare le verdure.
    • Altro aspetto, Lina scambia spesso il bidet per il water. Interveniamo con una tavoletta copri water molto colorata migliorando la distinzione tra wc e bidet.
  • la tecnica del “behaviour mapping”:
    • Inoltre con Nadia cerchiamo di creare un calendario in cui stabiliamo una routine, ad esempio quando Lina farà il bagno e laverà i capelli oppure sarà impegnata con l’aiuto di Nadia o di una Operatrice in attività dentro casa o faranno passeggiate all’esterno.
    • Stabiliamo quando Nadia potrà uscire con le sue amiche lasciando Lina in compagnia dell’Operatrice che la supporterà per esercizi di stimolazione cognitiva e terapia occupazionale.

La 3a azione affronta la costruzione della ” protesi” vera e propria che nella metodologia Gentle Care organizza tre elementi non separabili e in relazione dinamica l’uno con l’altro: ambiente; persone; attività

  • ambiente: così, mobili saranno spostati in garage ed i tappeti saranno arrotolati e riposti in sgabuzzino, libereremo le superfici dei mobili dai centrini e vasi in eccesso, favorendo invece la disposizione di cornici con foto di famiglia. Per il pavimento che presenta diversi disegni nelle mattonelle, adottiamo la stessa soluzione adottata all’ingresso. Sarà aumentata la luce ambiente nelle stanze più vissute da Lina, saranno posti dei “blocchi” nell’armadietto dei dolci; in bagno abbiamo messo sul wc una bellissima tavoletta colorata di rosso, durante il giorno nel bidet saranno impilati i secchi per lavare in terra;
  • persone: Nadia si attiverà per supportare Lina in alcune cose per lei difficili come infilare il filo nell’ago, l’Operatrice stimolerà Lina a provare da sola con l’aiuto degli occhiali che saranno legati ad una coloratissima catenella portaocchiali, ricordandole spesso l’obiettivo in cui era intenta cioè, ricamare;
  • attività: Nadia si impegna a coinvolgere di più la sorella valorizzando le competenze ancora disponibili senza avvilirla se non riesce a rimanere concentrata, così l’Operatrice e le persone che entrano in contatto con lei.

Ci siamo viste con Nadia diverse volte per trovare le soluzioni migliori e “adattare” il metodo Gentlecare alla realtà alla sorella ed alla sua necessità di avere un aiuto concreto e professionale ed un supporto che la spingesse a recuperare un suo spazio di libertà per rilassarsi e distrarsi.

Vedere Lina recuperare il sorriso e accogliere volentieri l’invito ad uscire a mangiare una bomba calda dalla sua pasticceria preferita, non ha prezzo!


SOS PARLIAMO ON LINE

Quello che mi capita spesso di vedere è la frustrazione e l’isolamento vissuto dai familiari delle persone con demenza. Un isolamento che li annienta ed immobilizza, compromette ed accellera il decorso della malattia,

Ricevere la diagnosi di demenza o affrontare il cambiamento che questo comporta nella vita e nella famiglia porta ad una grande confusione. Puoi vivere momenti di vero sconforto, aver bisogno di un confronto e suggerimenti.

Ti propongo di sentirci in videochiamata on line (utilizzando Skype oppure Facebook), per la consulenza sul tuo caso, la consultazione on line non si sotituisce al parere del tuo medico specialista, ma valutiamo insieme come fare chiarezza sulla tua situazione e quali risorse puoi mettere in campo per migliorarla.

Io ci sarò, a te basterà prenotare un’ora on line. Scrivimi qui indicando in oggetto: SOS PARLIAMO ON LINE ti arriveranno tutte le informazioni per fissarci un incontro.

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